lunedì 15 ottobre 2012

Lettera aperta al segretario della GFE

Lettera aperta al segretario della GFE, Simone Vannuccini

Caro Simone, colgo l’occasione della tua convocazione del Comitato Centrale della GFE, previsto a Salsomaggiore Terme per il prossimo 21 ottobre 2012,  per condividere, “coram populo”, qualche osservazione da federalista distante, distante dagli equilibrismi di un movimento che, ti confesso, faccio sempre più fatica a comprendere.

La campagna per la federazione europea era già stata abbozzata in quel lontano congresso di Catania. Un congresso dove si è consumata l’apoteosi di un Movimento del tutto uguale a qualsiasi altra organizzazione politica. In quell’occasione i tatticismi  di potere fine a se stessi si sono manifestati nella loro più risplendente espressione.

Sai, per chi come me è cresciuto ascoltando Mario Albertini che si esercitava, da intellettuale puro, sul nuovo modo di fare politica, dagli oggi, dagli domani, a quei principi si era intimamente affezionato. Dover constatare che erano affermazioni solo per i gonzi, per quelle poche anime belle che potevano veramente abboccarci, è una costatazione molto poco edificante.

Eppure, oggi, non si può che ammettere che il contorno strategico della campagna per la federazione europea abbia quantomeno il pregio di avere un capo ed una coda, una sostanziale coerenza che non può certo essere sottaciuta e che va a tutto merito non solo dei militanti che la stanno sostenendo,  ma di chi ha l’oneroso fardello di condurre le redini organizzative del Movimento. Cosa della quale non possiamo che rallegrarci, sia chiaro.

Quanto alla proposta di ICE, fantozzianamente, dopo anni ed anni che qualcuno ci sta a massacrare gli attributi, non sarà arrivato il momento di dire, parafrasando il ragionier Ugo, che l’ICE …  è una …. Sono anni che ci si illude di armarsi è partire, quando nessuno ha la benché minima voglia o intenzione di raccogliere, per quelle quattro parole in croce, una beata firma.

Ed invece no, anche tu che rappresenti le nuove generazioni, sei ormai tutto impegnato a ribattere la proposta di ICE ad ogni piè sospinto. Orami è come  un blob gelatinoso sta per invadere anche le vostre giovani coscienze. Parla di quel che ti pare ma mettici la proposta dell’ICE a qualche pizzo, altrimenti non si è politicamente corretti.

Simone caro, che barba, che noia. Se per ogni incontro dove si è parlato di questa ICE, che ormai simboleggia il ruolo dell’inutilità nel progredire del genere umano, si fossero raccolte, non dico molto, cento firme, oggi come oggi se ne conterebbero a milioni.

La verità la conosciamo tutti, ma nessuno la dice. Questa roba trita e ritrita dell’ICE viene ributtata solo in ossequio dell’accordo di maggioranza che tiene dentro 400 voti congressuali coltivati ai piedi della Mole Antonelliana, null’altro. Ed io, essendo nessuno, la posso dire.

Quanto all’azione settimanale (action week mi sa tanto di una purga ad efficacia differita, ma garantita) militanti della sezione di Campoleone non faranno mancare il proprio contributo all’iniziativa in via del Vicario, qui a Roma. Perché si partecipa? Come direbbe Tenco: “mi sono innamorato di te, perché, non avevo niente da fare”. 

Un caro saluto e a presto.

Nicola Forlani

Campoleone, 15 ottbore 2102