di Nicola Forlani
In occasione dei lavori del comitato centrate del 15 e 16 novembre, si è assistito a un sereno e proficuo confronto tanto sul piano dell'analisi politica che su quello più squisitamente organizzativo.
Anche per il tramite di votazioni, l'assemblea ha assunto decisioni e orientamenti su una serie di questioni che hanno una stretta attinenza con la celebrazione del prossimo congresso nazionale MFE, previsto a Catania nei giorni 27, 28 e 29 marzo 2009.
Il presidente Guido Montani ha presentato due proposte di modifica al regolamento di attuazione dello statuto. La prima, relativa all'elezione dei delegati in occasione delle assemblee precongressuali, è stata accolta (proporzionale puro sulla base di mozioni contrapposte).
I membri del comitato centrale hanno invece espresso il loro parere contrario a una possibile regolamentazione dell'art.1 dello statuto (rispetto delle decisioni assunte in sede congressuale qualora, nel congresso stesso, si esprimano posizioni maggioritarie e minoritarie).
Per quanto concerne le proposte di modifiche dello statuto da sottoporre al prossimo congresso, il comitato centrale ha manifestato un orientamento sostanzialmente negativo. In particolare, sulla norma che prevedeva un massimo di tre mandati per le cariche di Presidente e Segretario, un nutrito gruppo di militanti si è astenuto al momento della votazione, rilevando i limiti della meccanicità della procedura, ma evidenziando, al contempo, la sostanziale bontà dell'obiettivo che con essa si vorrebbe raggiungere.
Il prossimo 24 gennaio si terrà a Milano la riunione della direzione nazionale. Il 21 e 22 febbraio ci attendono i lavori della conferenza organizzativa di Lugo di Romagna. La strada che conduce a un Congresso unitario non è facile da percorrere, ma i militanti non si faranno certo spaventare dalle asperità che occorrerà superare. In fondo al tunnel già s'intravedono i primi bagliori di luce, occorre seguirli con fiducia.
La linea generale del MFE potrà essere sviluppata su tre piani: il primo teorico (un livello di astrazione in cui si coltivano le finalità proprie del federalismo); il secondo politico (un livello del presente dove confrontarsi con i problemi economici e sociali attuali); il terzo strategico (punto nodale sul quale attivare la pressione e sul quale e possibile ottenere dei risultati). Tra il secondo e il terzo livello spesso si sono collocate azioni a livello tattico (le unilaterali per l'elezione diretta dei membri del Parlamento europeo né sono un esempio) che possono integrarsi, senza soluzione di continuità, con la proposta strategica (mandato costituente a un'assemblea ad hoc).
Chi vuole l'unità del Movimento non è disponibile a dividersi sul piano teorico.
Le differenze sono connaturare al profilo stesso del livello teorico del confronto. Una maggiore o minore accentuazione sulle questioni del mondialismo e le considerazioni, non sempre coincidenti, sul modello di stato federale non possono costituire il crinale lungo il quale alimentare la frattura dell'organizzazione. Tali aspetti possono, anzi devono, sostenere il dibattito attraverso l'individuazione di modelli idealtipici all'interno del quale sviluppare linguaggi e contenuti realmente comuni.
Chi vuole l'unità del Movimento non è disponibile a dividersi sul piano politico.
Le attività a dimensione nazionale e sovranazionale del MFE, quanto quelle dei centri regionali e delle sezioni a livello locale, sono state sempre sviluppate all'interno di una prospettiva contingente. L'autonomia politico/organizzativa non ha rappresentato una scorciatoia verso l'alienazione, anzi.
E' possibile essere nell'attualità - in tutti i livelli di conteso, mondiale, europeo, nazionale e locale - proprio e perché il pensiero politico federalista non è una proposta tra le tante, ma un argine al conformismo di chi, vivendo nel presente è incapace di pensare alla realtà quale espressione di una volontà raziocinante che sappia prefigurare il futuro.
Chi vuole l'unità del Movimento non è disponibile a dividersi sul piano strategico.
Come fatto anche nel recente passato è possibile individuare due piani d'intervento coincidenti eppur non sovrapponibili, che si alimentano a vicenda.
Occorre definire alcuni elementi tattici all'interno del dibattito e delle proposte che guardano al processo di integrazione e costituzionalizzazione dell'Unione. Una loro possibile rappresentazione è fornita dal sostegno agli strumenti di governo dell'economia che facciano perno sulla leva monetaria: Union Bonds, fondo comune anti crisi, bilancio con imposte sovranazionali, piano di investimenti e di sviluppo europei. La moneta unica rimane, a tutt'oggi, l'unico elemento prefederale che possa attribuire all'Unione un ruolo di potenza civile a livello mondiale.
Possono altresì essere sviluppati elementi a carattere strategico a partire da quei paesi che rappresentano il punto di discrimine per un effettivo rilancio dello spirito fondatore del progetto europeo: Francia, Germania, Italia. In questo caso, l'opzione deve puntare a ottenere il consenso (tanto a livello governativo che popolare) alla convocazione di una Costituente europea espressamente finalizzata alla fondazione della federazione europea.
Chi vuole 'unità del Movimento non è disponibile a dividersi sull'interpretazione delle mozioni.
La mozione politica approvata al Congresso UEF di Parigi già contiene sia il criterio di distinzione tra elementi tattici e strategici, che un primo abbozzo del loro contenuto politico. Occorre procedere con caparbietà su questa strada. Essersi uniti a Parigi per poi ridividersi a Catania non darebbe certo lustro alla storia e alle ambizioni della nostra organizzazione.
Chi vuole l'unità del movimento non è disponibile a dividersi nell'azione.
E' probabile che nel luglio 2009 si tenga in Italia il terzo degli appuntamenti del neonato G20: quale migliore occasione per lanciare, sulla scia delle attività della campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo, un controvertice di tutta la forza federalista europea dove mobilitare sia i protagonisti della politica, dell'economia e della cultura, attraverso l'organizzazione di incontri e dibattiti, che cittadini europei, radunandoli in una grandiosa manifestazione popolare.
E' giunta l'ora di tornare a lavorare tutti insieme, richiamando a una militanza partecipata anche gli amici che non frequentano più abitualmente la vita istituzionale del Movimento. L'obiettivo è alla nostra portata. Tutto dipenderà dalla forza e dalla determinazione con cui sapremo perseguirlo.
Campoleoene, 20 novembre 2008