Campoleoene, 25 settembre 2007
La prossima riunione informale del Consiglio europeo si terrà a Lisbona il 18/19 ottobre. Con buona probabilità, in questa sede, dovrebbe rilanciarsi il processo d integrazione attraverso al sottoscrizione di un Trattato di riforma che, nella buona sostanza, riprenderà le principali novità istituzionali già previste dal Trattato costituzionale bocciato due anni or sono nelle tornate referendarie in Francia e nei Paesi Bassi.
Anche di fronte il farraginoso compromesso politico su cui si sono esercitati i principali leader dei paesi membri, l’Unione risulta ancora del tutto inadeguata ad affrontare le grandi sfide su scala planetaria: approvvigionamento energetico e gestione delle risorse ambientali; terrorismo internazionale e presenza propositiva nei principali scenari di crisi internazionale; mercati finanziari e concorrenza globale.
La strada dell’integrazione differenziata, dell’Europa a due velocità, della federazione nell’Unione inizia ad essere sostenuta da molti commentatori, esperti e rappresentati politici ed istituzionali. Tra tutti basti ricordare le posizioni ultimamente espresse dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Se si vuol costruire un’Europa capace di agire occorre dar vita all’interno dell’Unione europea ad un’avanguardia di paesi che vogliano tra loro stringere un Patto federale. Alcuni stati devono dichiararsi disposti a cedere, una volta e per sempre, la propria sovranità ad un costituendo potere europeo. In conseguenza di tale patto occorrerà rimettere ad una nuova Convenzione con poteri costituenti il compito di stabilire in termini costituzionali i rapporti tra i poteri della federazione e quelli degli stati membri.
L’Italia, ad iniziare da Spinelli e De Gasperi, ha svolto un ruolo propulsivo all’interno del processo di integrazione europea. L’Italia, paese fondatore della Comunità, può e deve rinnovare il proprio impegno attraverso lo sviluppo di una forte iniziativa europea tesa a rinnovare l’impegno costituende dei padri fondatori: la costituzione di un’Unione politica su basi federali.
Per tali ambiziosi obiettivi occorre che le persone di buona volontà sappiano ritrovarsi nei momenti di aggregazione dei nuovi soggetti politici. Costoro desiderano riaffermare come per il nostro paese interesse nazionale ed interesse europeo siano due prospettive assolutamente coincidenti.
Un tema di interesse storico come la fondazione dello Stato federale europeo potrebbe contribuire ad arrestare il progressivo imbarbarimento della lotta politica. Per il passato l’Europa è stato un obiettivo su cui si sono incontrate persone anche di schieramenti politici opposti. Anche per il futuro l’Europa potrebbe essere un obiettivo trasversale su cui ricostruire un rinnovato spirito di patriottismo nazionale non più inteso come comunità di valore ma come comunità di destino.
Nicola Forlani
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