domenica 14 dicembre 2008

Fassino Multilaterale

Campoleoene, 9 novembre 2007

“Chiunque sia uno specialista è, a rigor di termini, un idiota” – George
Bernard Shaw, Il manuale del rivoluzionario, da Uomo a superuomo

Al traghettatore dei Democratici di sinistra occorre trovare una nuova collocazione. Non è più segretario per estinzione del partito. Non può aspirare ad un Ministero da rimpasto stante la perseveranza con cui Prodi tiene dritta la barra delle governabilità. Non sono in vista elezioni amministrative che potrebbero garantirgli un remunerativo (politicamente, si intende) incarico da Sindaco o Presidente di Regione.

La presidenza e le vicepresidenze della Camera dei deputati sono già stabilmente occupate. La stessa cosa si dica per le pur sempre prestigiose commissioni parlamentari. Si aggiunga, infine, che il vice-presidente, Franco Frattini, non sembra intenzionato certo a lasciar spazio e poltrona. Voci di corridoio confidano che all’apertura di ogni seduta della Commissione egli reciti stentoreo: hic manebimus optime!

E’ pur vero che ultimamente il segretario dei DS ci aveva un po’deluso. Aveva promesso valanghe di firme apposte sulla petizione referendaria. Non si è visto alcun effetto, tanto meno valanga, in seguito alla solerte quanto tardiva adesione alla campagna. A sua parziale giustificazione si potrebbe evidenziare che la costituzione era defunta una paio d’anni prima ad opera del prode Chirac e che la peregrina idea della convocazione di un referendum paneuropeo appartenesse al mondo incantato delle fiabe. Avrà sbagliato, certo, ma tutti possiamo aspirare al perdono, tanto più se in ballo c’è il futuro professionale di un galantuomo. Ed allora, che fare?

A pensarci bene una soluzione ci sarebbe! La buona, cara e vecchia Europa può venirci in soccorso. Solo lei potrà aiutarci a trovar soluzione al rebus occupazionale di Piero. Il problema è presto risolto. Un bel posto da inviato speciale in Birmania per l’Alto rappresentante Ue per la politica estera è proprio quello che ci vuole.

Ciò che non è comprensibile è perché infierire con un contratto a progetto sulle aspirazioni professionali del neo assunto. Una delega di competenza generalista, da inviato e basta, non condita dall’appellativo di speciale, non avrebbe comportato pericolo di sorta. E’ notorio che il delegante, Javier Solana, conta quanto un tre di briscola sulla scena politica internazionale. La qualificazione di speciale (per una singola e particolare questione o affare), si sarebbe più acconciamente potuta evitare. Ma in fin dei conti “è uguaglio”. Chi vuoi che ci faccia caso. Anzi, perché non chiamarlo un inviato “molto” speciale … “Punto... due punti! Ma sì, fai
vedere che abbondiamo, adbondandis adbondandum”.

Nicola Forlani

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