domenica 14 dicembre 2008

Umiliati i liberisti e gli antistatalisti

di Nicola Forlani

Crisi finanziaria. I fondi mutualistici Usa trascino giù borse ed imprese di tutto il mondo. Osservatori sprovveduti sostengono che gli americani hanno abdicato al loro ruolo egemone e che sono ormai incapaci di esercitare un ruolo di governo nell’economia globale.

Antistatalisti di destra confidano nel ruolo salvifico del mercato. Antistatalisti di sinistra guardano con malcelata soddisfazione alla fine dell’impero a stelle e strisce.

A nulla sono servite le potenti iniezioni di liquidità operate dalle banche centrali. E stato sufficiente che Il vecchio, esausto ed ormai impotente stato americano annunciasse un intervento senza precedenti, per ridare fiducia ai mercati, con effetti dirompenti ed inaspettati in tutto il pianeta.

Il lancio di un piano che potrebbe arrivare a valere dieci volte quello Marshall ha consentito anche alla borsa di Mosca di riaprire i battenti, dopo due giorni di chiusura per eccessi di ribassi.

I liberisti sono stati umiliati dal primato della politica. Il ruolo sovrano dello stato si sono ripreso la rivincita sulla fantapolitica di chi sostiene un nuovo ordine economico fondato su una democrazia cosmopolita affidata alle logiche tecnocratiche degli organismi economici mondiali.

E se dovesse toccare agli europei? In assenza di un’autorità statale (la federazione europea) in grado di garantire la solvibilità del debito pubblico, i politici del vecchio continente sarebbero del tutto impotenti, ma sicuramente pronti, senza timore di sfidare il ridicolo, a chiedere servilmente aiuto allo zio d’America.

Campoleone, 19 settembre 2008

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