Campoleone 27 marzo 2007
Quando i popoli liberi d’Europa di saranno uniti in una comunità federale, l’attuale equilibrio di potenze nel mondo si modificherà radicalmente.
Tanto la felice conclusone del sequestro di Daniele Mastrogiacomo, quanto il recente voto parlamentare sul rifinanziamento della missione italiana in Afganistan hanno posto nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica la questione de rapporti tra gli Stati europei e tra di essi e gli Stati Uniti d’America. Su questi aspetti si è più volte soffermato Altiero Spinelli, l’eroe della ragione, che viene giustamente evocato nel novero dei padri spirituali del Partito Democratico. Per sfuggire al banale esercizio retorico ed intendendo definire il nuovo costituendo soggetto politico come strumento per l’attuazione di un programma di governo per l’Italia e l’Europa è indispensabile soffermarsi sulle idee del passato, ma solo per costantemente rinnovarle quale preciso impegno per il futuro.
Di seguito propongo alla vostra attenzione un brano tratto da “Il Manifesto dei Federalisti Europei” di Altiero Spinelli (edizione anastatica del volume pubblicato nel 1957, AICCRE, Quaderni europei, 2006, pag. 98), documento meno noto del “Manifesto di Ventotene” del 1941, ma altrettanto importante.
“ Quando i popoli liberi d’Europa di saranno uniti in una comunità federale, l’attuale equilibrio di potenze nel mondo si modificherà radicalmente. Gli Stati Uniti d’Europa con il loro potenziale demografico, economico e di civiltà non potranno infatti chiudersi un oscuro isolamento, ma diventeranno automaticamente una delle grandi potenze mondiali, accanto agli Stati Uniti d’America e all’Unione sovietica.
Il popolo europeo resterà amico del popolo americano che è figlio dell’Europa, che ha salvato l’Europa dalla servitù e che cono metodi e costumi propri coltiva e sviluppa gli stessi ideali di civiltà. Ma non sarà, come sono invece oggi gli stati nazionali d’Europa, un protettorato militare, politico ed economico dell’America.
Indipendente e capace di avere una propria politica, la Federazione europea contribuirà a rafforzare in America le correnti autenticamente democratiche ed internazionaliste contro quelle malsane in cui vecchio isolazionismo e nuovo imperialismo si combinano, e che oggi emergono proprio come conseguenza dello stato di solitudine politica in cui l’Europa, con il suo fallimento, ha lasciato l’America.
Stati Uniti d’Europa e Stati Uniti d’America, potranno così affrontare con maggiori probabilità di successo la gravissima sfida che la storia umana ha oggi lanciato ai popoli che per primi hanno raggiunto un elevato grado di benessere materiale e che su questa base hanno potuto costruire il superbo ma delicato edifizio delle libertà umane.”
Mai parole furono di così drammatica attualità soprattutto se confrontate con le evanescenti celebrazioni del recente Consiglio europeo di Berlino. Occorre, con urgenza, tornare all’ispirazione dei Padri fondatori, ad iniziare dalla lucida proposta federalista di Altiero Spinelli, e riprendere il progetto di un’Europa politica. Occorre un governo europeo pienamente sovrano in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa e nella politica economica e fiscale.
La responsabilità storica di tutto ciò grava in particolare sulla Francia e sulla Germania e sugli altri Paesi che hanno fondato la prima Comunità europea. Ad essi spetta il compito di assumere l’iniziativa e proporre un Patto statuale e federale, in principio tra i paesi dell’area euro, ma aperto ai Paesi che vorranno successivamente aderirvi. Solo in questo modo i cittadini europei potranno tornare ad essere padroni del proprio destino.
Nicola Forlani
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