sabato 13 dicembre 2008

Kosovo e delirio di onnipotenza

di Nicola Forlani

Un recente editeriale di Virgilio Dastoli, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea,chiude con un'efficace riflessione: “il dossier del Kosovo rappresenta un test per provare che la politica estera e di sicurezza può funzionare secondo il sistema confederale imposto dai governi nazionali o per dimostrare ancora una volta che la capacità di intervento dell'Unione europea nel mondo richiede volontà, poteri e strumenti diversi da quelli che ad essa sono stati assegnati.”

Gli anni della sbornia convenzial gaudente sono ormai alle nostre spalle. Il tentativo di dar vita al mostro ermafrodito voluto da Giscard/Frankentstein (il trattato costituzione), in cui il sistema comunitario veniva eretto a modello planetario del potere morbido, è miseramente fallito.

Il delirio di onnipotenza di chi ha creduto in un approccio metafisico della politica; la creatura lessicalmente e simbolicamente evocativa ma strutturalmente inconsistente; il terrore con cui l’opinione pubblica ha accolto l’entità diversa ed estranea: gli elementi del romanzo ci sono tutti. Il prometeo moderno di Mary Wollstonecraft Shelly subirà la punizione di Zeus per aver tentato di donare la scintilla della vita alla razza umana? E quanto a lungo il Titano rimarrà ancorato alla sua roccia?

Per il futuro, come suggerito da Dastoli, sarà opportuno rilanciare quei semplici, per molti versi elementari, eppur così efficaci criteri di valutazione che consentono di separare la farina dalla crusca.

La distinzione tra sistema confederale e federale è la via maestra da seguire. Può essere molto complesso attribuirle la dimensione idealtipica del modello weberiano. Altrettanto complesso è immaginare quale sarà, nel divenire storico del rapporto tra le nazioni europee, la forma che questi concetti potranno assumere quando andranno a sostanziarsi in effettive istituzioni politiche sovranazionali.

Però una cosa è sicuramente più facile: applicare, senza bisogno di lambiccarsi eccessivamente il cervello, i modelli stessi per interpretare la realtà. In quest’ultimo caso, tra più soluzioni, quella più semplice è quasi sempre quella esatta.

Campoleone, 4 marzo 2008

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